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martedì, gennaio 30, 2007

STAGIONI di Mario Rigoni Stern


Ho letto tutti i libri di Mario Rigoni Stern e in ognuno ho trovato poesia e serenità.
I suoi libri fanno sognare. Le sue descrizioni delle montagne, stagioni, colori, ti riportano, anche se sei in una città a respirare l'aria dei luoghi descritti.
Adoro i suoi racconti ed il suo modo delicato di raccontare la montagna, i boschi ed i suoi abitatori (montanari, animali, alberi,...). In quello che Rigoni Stern scrive c’è sempre una lezione. Si trova un vero e proprio vademe-cum per l’uomo che desideri andare in montagna e incontrare la natura, assimilandone gli insegnamenti senza violentarla. Un mondo che l’autore descrive con una impressionante precisione. Un mondo, ancora, che si regge su un equilibrio che non abbiamo deciso noi, ma che noi posiamo compromettere e che perciò dobbiamo imparare a conoscere e rispettare.
Anche l’ultimo libro scritto Stagioni (Ed. Einaudi 2006) alla veneranda età di 85 anni, non lo smentisce, anzi ancor di più con la sua sensibilità ci invita a riappropiarci di una dimensione essenziale della vita moderna. Tre sono i filoni narrativi, la botanica, la fauna; la memoria dei tempi della guerra, della campagna di Russia e della drammatica esperienza nel lager.
Considero Rigoni uno dei più grandi scrittori italiani viventi. Ha un legame con la sua terra straordinario, ti fa capire che le cose semplici sono le più forti. Forse l'epressione più precisa l'ha detta lui stesso su di sé: "Non sono uno scrittore di montagna, sono un montanaro scrittore".

Bibliografia
_ Il sergente nella neve (1953)
_ Il bosco degli urogalli (1962)
_ Quota Albania (1971)
_ Ritorno sul Don (1973)
_ Storia di Tönle (1978)
_ Uomini, boschi e api (1980)
_ L'anno della vittoria (1985)
_ Amore di confine (1986)
_ Arboreto selvatico (1991)
_ Le stagioni di Giacomo (1995)
_ Sentieri sotto la neve (1998)
_ Inverni lontani (1999)
_ Tra due guerre e altre storie (2000)
_ L'ultima partita a carte (2002)
_ Stagioni (2006)

venerdì, gennaio 26, 2007

TI RENDI CONTO DI VIVERE NEL 2007 QUANDO:


1. Per sbaglio vuoi inserire la password nel microonde.
2. Sono anni che non giochi a solitario con carte vere.
3. Hai una lista di 15 numeri di telefono per contattare i tuoi 5 familiari.
4. Mandi e-mail alla persona che lavora al tavolo accanto al tuo.
5. Il motivo per cui non ti tieni in contatto con alcuni amici e familiari è che non hanno indirizzi e-mail.
6. Rimani in macchina e col cellulare chiami a casa per vedere se c'è qualcuno che ti aiuta a portare dentro la spesa.
7. Ogni spot che guardi (che in totale occupano 3 ore delle almeno 5 ore e mezza che passi sul divano) in tv ha un sito web scritto in un angolo dello schermo..
8. Uscire di casa senza cellulare, cosa che hai tranquillamente fatto per i primi 20, 30 anni della tua vita, ora ti crea il panico e ti fa tornare indietro per prenderlo.
10. Ti alzi al mattino e ti metti al computer ancora prima di prendere il caffè.
11. Cominci ad arrovellarti il cervello alla ricerca di modi alternativi per sorridere, :) ;o) :-> =)
12. Mentre leggi tutto questo ridi e fai Sì con la testa, mentre le finestre di msn suonano, come la tua musica, la televisione, il cellulare, il clacson delle auto in coda e l'allarme di una casa.
13. E sei troppo occupato per accorgerti che su questa lista manca il punto 9.
14. E ora sei tornato indietro per vedere se davvero manca il punto 9.
15. E ORA STAI RIDENDO DA SOLO....

giovedì, gennaio 25, 2007

Fiori Stupendi


Questa mattina mi sono alzato con un po’ di nostalgia e commozione nel ricordare i miei genitori ormai defunti. Nella memoria, sono passati, come scene di un film, tanti momenti della nostra vita famigliare. Scorrendo con gli occhi dell’anima i vari fotogrammi, rivivevo i bei ricordi di tenerezza e amore vissuti insieme. La vita trascorsa in quegli anni, ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore. Con il dono della vita mi avete dato la possibilità di sperimentare ogni giorno l’amore. Il ricordo del loro modo di vivere, di rapportarsi con gli altri e con le cose, continuano a guidarmi lungo gli anni. Così con questi pensieri che mi frullavano per la mente, si consumavano i primi minuti della giornata. Terminati i preparativi per essere presentabile, ho lasciato con calma la mia stanza avviandomi alle faccende quotidiane. I brevi momenti ricordati, a poco a poco sfumavano uno sull’altro, fino a dissolversi, per lasciare il loro posto alle nuove realtà che la giornata mi avrebbero presentato.

martedì, gennaio 23, 2007

Monte Costasole


Monte Costasole






Domenica 21 gennaio, ci siamo ritrovati in diciotto, chi a Roma, chi per comodità logistiche all’uscita dal casello autostradale di Vicovaro-Mandela, per recarci tutti al piccolo paese di Saracinesco, punto di partenza per la nostra escursione al Monte Costasole.
Dopo i consueti preparativi: indossare gli scarponi, controllare gli zaini ecc…ci siamo incamminati lungo una comoda strada sterrata che conduce nella Valle le Prata. Nell’aria alcuni rimbombi, Boom! Boom! Che successe ci siamo chiesti, non sembra che il cielo minacci un temporale. Poco dopo abbiamo scoperto il motivo di tale fracasso. Sui prati alcuni cacciatori sparavano a lepri e fagiani. Povere bestie. Strada facendo, ci siamo imbattuti in alcune particolari sculture installate ai margini del bosco che con un linguaggio d’arte moderna, in qualche modo cercavano di dialogare con le forme naturali dell’ambiente circostante. Piante, fiori, muschi, alberi, con le loro mille forme e colori catturavano di continuo i nostri occhi. Pino, esperto naturalista in qualche occasione ci ha illustrato la flora presente in quella zona spiegandoci le varie piante con le loro caratteristiche. Per quasi tutta la giornata, un po’ di nebbia ha impedito di ammirare dalle varie alture il panorama circostante. Cammin facendo, abbiamo potuto conoscersi. Spesso in fatti, succede che c’è qualcuno di nuovo che si aggiunge al gruppo. Oggi erano in quattro. Con ritmi diversi e la soddisfazione di tutti abbiamo raggiunto la meta. Come di consueto e di buon’abitudine, dagli zaini sono usciti i nostri pranzi che ognuno ha condiviso. Oggi qualcuno ha portato pure una bottiglia di vino. E Vaiiiiiiiiiiiiiiii. Dopo esserci rifocillati, abbiamo scattato qualche foto che hanno coronato tutta la compagnia. Con calma ci siamo quindi avviati verso la via del ritorno. Lo sbaglio nel prendere il sentiero giusto da parte di qualcuno ha causato un lieve ritardo. Niente di grave per fortuna. Bisogna fare più attenzione che quando si va insieme bisogna rimanere uniti. Dopo esserci ricomposti, siamo giunti al punto di partenza. I saluti e gli abbracci finali sono stati i segni che hanno lasciato in ciascuno la gioia di aver trascorso delle piacevoli ore insieme immerse nella natura con uno spirito di solidarietà e aiuto reciproco.
P.S. altre foto sono sul riquadro a dx "Guarda tutte le foto del blog"

lunedì, gennaio 15, 2007

DISCESE DA BRIVIDO





Non sono poche le persone che apprezzano la montagna e si cimentano su pareti attrezzate. I più esperti raggiungono le vette scalando le vie più impegnative, sia di roccia che di ghiaccio. Fra questi, però, spicca un’élite di persone che scalano le vette estreme del pianeta portandosi nello zaino lo snowboard, perché la loro discesa non la effettueranno lungo la via di salita, bensì lanciandosi lungo i pendii più ripidi delle pareti. Sono itinerari così severi che incutono paura anche al più esperto degli alpinisti. Chiunque, vedendo le fotografie o i filmati di queste discese, non può non provare un brivido. La vita di questi snowboarders è legata soltanto all’abilità che hanno nel dirigere la tavola; non esistono altri mezzi per rendere sicura la discesa. Ho conosciuto le imprese di uno fra i pionieri dello snowboard in altissima quota, Emilio Previtali. (http://www.freeridespirit.com). Mentre l’osservo, penso che ho davanti un uomo dall’apparenza comune, ma che dentro ha un qualcosa che pochi posseggono, un istinto che lo spinge ha fare nella vita qualcosa di straordinario, di estremo: per la maggior parte delle persone una vera pazzia. Mi spiega come ogni linea discendente può significare gioia e successo, ma anche pericolo e paura. I movimenti devono essere calcolati con rapidità, bisogna sentire la montagna tanto da prevederne l’andamento; dossi o curve, se affrontati con superficialità, possono tradursi persino nella morte, non esiste margine di errore. Per fare un esempio, è come prendere un’onda: devi capire quando è il momento per agganciarla, salirci sopra e lasciarti andare e quando invece è il momento di lasciarla. Dopo ogni impresa, col tempo, queste emozioni ti ritornano fuori lentamente. Ti ricordi di quei momenti dove eri consapevole del valore della vita e impari così a gestirla, a dosarla, ad affrontarla con decisione e volontà, soprattutto nei momenti più duri, quando ti sembra che non sia più tua e hai invece bisogno di riprenderla in mano. Gran parte del mio lavoro è insegnare ai corsi di formazione, a coloro cioè che saranno futuri insegnanti. Cerco di fare leva sulla passione, quello che sempre mi ha motivato in questo sport. Desidero perciò il più possibile comunicare questo, far venir fuori anche da loro le motivazioni per le quali hanno scelto questo sport. Far sì che possano a loro volta trasmetterle ad altri. Non è importante che uno diventi bravo o meno, l’importante è che ci metta tutto sé stesso; il resto viene da sé. P.S. stralci di un’intervista che ho fatto e sarà pubblicata sul n° 2/2007 della rivista Città Nuova.
(
Vedi colonnina a destra informazione).

mercoledì, gennaio 10, 2007

Escursione 21 gennaio



Costasole (1253 m) Monti Ruffi
Il paese di Saracinesco si raggiunge:
-da Roma con l'autostrada A 24 uscita al casello Vicovaro-Mandela. Proseguire per circa 0,5 km lungo la SS Tiburtina Valeria. All'altezza della stazione ferroviaria di Vicovaro-Mandela prendere il bivio per Saracinesco.
Nel piccolo paese di Saracinesco (903), posto in posizione dominante e al centro di una natura incontaminata, possiamo ammirare: i resti dell'antica cinta muraria; la duecentesca Chiesa di san Michele Arcangelo; il tracciato dell'acquedotto chiamato "Anio Novus".
Dal centro del paese si dipartono numerosi sentieri, uno dei quali giunge fino alla vetta del Monte Costasole (1253 m). Una piacevole e facile escursione tra boschi di querce e faggi.
Dal parcheggio, si segue la strada sterrata ben visibile, che dal paese imbocca l'evidente Valle le Prata, costituita da pascoli, tra la catena del Costasole e la costiera del M. Sainese. Superato un fontanile, si parcheggia al termine della strada ( 910 m circa ). Si prosegue per la mulattiera di fondovalle, che supera alcuni prati, aggira a sinistra e raggiunge una sella ( 990 ), dalla quale si passa sul versante di Cerreto Laziale: bella vista sul M. Guadagnolo e la catena dei Prenestini. La mulattiera, comoda ma un po' ingombra di rovi, piega a sinistra e sale nel bosco alla larga sella di Forca Travella ( 1085 m, 0.30 ore ): da qui il panorama si apre sulla Piana del Cavaliere, sul Velino e sul Gran Sasso. Si segue ora un sentiero segnato verso destra, per una cresta e poi nel bosco, a mezza costa sul versante orientale del Costasole. Usciti dal bosco si raggiunge quasi in piano una sella ( 1225 m ), poi si sale in breve alla vetta boscosa del Costasole (1253 m, 0.45 ore ). La discesa richiede 1 ora fino al termine della strada.