Cerca nel blog

Powered By Blogger

giovedì, aprile 26, 2007

Monte Autore mt. 1855!!






Oggi, festa della liberazione, l’ormai famoso gruppo “domenica con domenico” prova a liberarsi dell’aria pesante di Roma per andare a respirare aria salutare in montagna, monte Autore del gruppo dei Simbruini.
All’appuntamento, all’ormai famosa uscita dell’autostrada Dei Parchi, Vicovaro Mandela, siamo tanti!!
Appena fuori il casello anche se con ritardo rispetto al fatidico orario (ore 9) le numerose macchine creano un assembramento pericoloso, e non tutti sono arrivati.
Dopo un po’ di saluti, e qualche presentazione con i nuovi, ci avviamo formando un corteo di macchine Subiaco e poi verso Campo Dell’Osso.
Un po’ di pianura e quasi subito la strada si fa molto ripida perché si sale di quota!
Una delle macchine davanti a noi inizia ad emettere un preoccupante fumo bianco.
La macchina, subito dietro, fa delle segnalazioni all’ignaro (distratto) Gian Luca che si ferma immediatamente senza neanche accostare!! La strada è stretta, tutte le macchine dietro sono costrette a fermarsi e si crea un piccolo ingorgo (‘sti romani!!)!
Dopo varie osservazioni del motore la diagnosi è seria ed il responso altrettanto: la vecchia A112 non ce la farà mai a salire sino in cima, l’acqua bolle, si potrebbe buttare la pasta, ma non è l’ora giusta!!
Accostiamo l’auto in un piccolo spazio poco più avanti e prendiamo a bordo,nelle altre macchine, gli occupanti della A112 e riprendiamo la salita.
Sento il capo, Dono, telefonicamente: ci aspetta più avanti vicino agli impianti invernali del monte Livata, dove ci sono delle bancarelle e dei bar aperti.
Poco dopo arriviamo anche noi in questo piazzale. Vedere un bar fa nascere subito il desiderio di un caffè e stimola la necessità del bagno!
In un attimo spariscono quasi tutti! Il solo a preoccuparsi un po’ (quasi agitarsi) è il Giancarlo che non vede l’ora di affrontare la salita a piedi, anche perché, con occhio attento da vecchio lupo di montagna, intravede delle nuvole minacciose avvicinarsi.
Finalmente riusciamo a rimettere in macchina i numerosi partecipanti e facciamo gli ultimi chilometri per giungere all’inizio del sentiero.
Velocemente (si fa per dire )ci prepariamo alla partenza che non avviene prima delle 11,20 (orario incredibile per i montanari).
Intanto arriva la telefonata del gruppetto che, dapprima ha sbagliato strada, e poi si è rotta la macchina: stanno arrivando con l’autostop! Incredibile non si sono lasciati scoraggiare dalle avversità!
Il gruppo più numeroso, 23 persone, (alla fine conteremo 40 partecipanti all’escursione) con alla guida l’unico che conosce il sentiero, Michele, ci avvia verso la vetta.
Dono si propone di aspettare i ritardatari e poi raggiungerci.(un vero Capo deve condividere la sorte con gli ultimi!!)
Seguiamo il sentiero in mezzo a dei bellissimi ed enormi faggi interrotti da radure con bellissime chiazze di neve! Incredibile, la neve, proprio quella che non abbiamo mai trovato in tutto l’inverno!!
Oggi ci sono dei bei giocherelloni nel gruppo e così la neve ispira una bella e salutare battaglia a pallate!!
Tra una pallata e l’altra continuiamo il cammino, intanto le nuvole nere continuano ad avvicinarsi sempre di più sino a quando inizino a scaricare la pioggia. Frettolosamente si cerca negli zaini qualche cosa per ripararsi, ma non tutti ne sono provvisti, qualcuno tira fuori addirittura un ombrellino dalla propria borsa (Mary Poppins)!!
In montagna vedere qualcuno che si ripara dalla pioggia con un minuscolo ombrellino è proprio una rarità!! E’ proprio vero che:non si finisce mai di vedere e di stupirsi!
Qui, a parte me Giancarlo ed il prof., sò tutti giovani e figurati se si spaventano per un po’ di pioggia! (la cosa da notare è che in tutte le escursioni invernali di pioggia non l’ abbiamo quasi vista!)
Andiamo avanti, la pioggia aumenta di intensità per poi diminuire! Con il passo affrettato (ci fosse un riparo!!) arriviamo in uno spiazzo dove c’è una grossa croce e si diramano due sentieri: uno va in vetta al monte Autore l’altro scende verso un santuario della SS. Trinità.
Da questo Belvedere, nonostante la pioggia e le nuvole, si può ammirare uno spettacolo favoloso, tra l’altro le montagne davanti a noi sono tutte assolate, le nuvole oggi ci seguono fedelmente.
La pioggia anziché smettere si tramuta in grandine! Ci troviamo all’improvviso sotto un’intensa pioggia di sassolini di ghiaccio!
Per fortuna non ci sono i fulmini così qualche albero ci ripara, anche se parzialmente. La grandinata non accenna ad esaurirsi e così un bel gruppetto decide di tornare indietro (Anche Giancarlo A., e qui ci cade un mito della solidità e resistenza umana!!)!
Rimaniamo in pochi, decisi a salire in vetta, le avversità non potranno fermarci anche perchè non manca molto. Mentre decidiamo di salire, ecco arrivare Dono con il gruppetto di persone che erano partite poco dopo di noi, ed insieme a loro ci sono i coraggiosi che sono riusciti ad arrivare nonostante le diverse vicissitudini.
La grandine sembra smettere e così iniziamo velocemente a salire senza ripensamenti!
Con un buon passo, in poco tempo, arriviamo sino in cima( 1855mt.) quando sono circa le 13, è quindi ora di rifocillarci!!
Ci sistemiamo alla meglio e tiriamo fuori i vari cartocci con panini di tutti i tipi, tutte le forme e tutti i gusti. C’è anche chi mangia solo frutta (pochi).
Non può certo mancare la cioccolata, fondente e con le nocciole, così in pochissimo rimettiamo tutte le calorie perse!!
C’è anche chi, più pronta di altri, porta sempre un bel termos di caffé, niente di più gradito in quella situazione.
Il sole sembra voler premiare la nostra insistenza facendo capolino tra le nuvole e per pochi momenti ci riscalda. Sono pochi attimi perché ecco che nuovamente le nuvole nere si riavvicinano. Ci mettiamo in posa per la foto di rito, siamo in 19, sui 40 della spedizione.

Quando si riesce ad arrivare in vetta la discesa poi è particolarmente allegra.
Nello scendere c’è sempre qualcuno più veloce e così il gruppo si sminuzza in gruppetti più piccoli. I discorsi sono i più diversi, dal lavoro, con le difficoltà che si incontrano, gli ultimi avvenimenti, sino alle passioni (oggi abbiamo trovato dei collezionisti di tutti i film di Star Trek) .
La pioggia ci risparmia sino a quasi alla fine quando, vicino alle macchine, ecco che riprende a scendere. Accompagnerà anche le partenze che, come è facile immaginare, avviene con qualche difficoltà in più.

Anche oggi, nonostante le diverse difficoltà meteorologiche e meccaniche, abbiamo passato una giornata bellissima vissuta insieme, in amicizia (con alcuni consolidata, con altri appena iniziata), immersi nella maestosità della natura.
Spero che qualcuno dei numerosi partecipanti lasci qualche impressione sulla giornata!!

Berardo Di Marcello
(Altre foto le potete vedere nell'archivio foto sulla destra della pagina)

venerdì, aprile 13, 2007

25 Aprile Da Campo dell'Osso al Monte Autore



Da Subiaco si giunge a Monte Livata, da dove si prosegue senza deviazioni lungo la strada per Campo dell’Osso. Arrivati al termine del tratto asfaltato (1630 s.l.m.), si può parcheggiare proseguendo a piedi lungo la strada bianca.
Dopo le prime curve, sulla sinistra si incontra, ancora in costruzione, la caratteristica cupola di una stazione di montagna per ricerche scientifiche ed ambientali (1667 s.l.m.).
Continuando oltre, la strada prosegue salendo agevolmente fino ad inoltrarsi nel bosco. Si arriva quindi, dopo un altro tratto in lieve pendenza, al punto panoramico chiamato piazzale delle Vedute (1753 s.l.m.), dove vi è una grossa croce metallica.
Qui la strada termina e il sentiero prosegue salendo in maniera più ripida sulla sinistra.
Vale comunque la pena fermarsi ad ammirare il panorama eccezionale che si gode dalle Vedute, da cui si domina la vasta Valle del Simbrivio, con le alte cime del Tarino (1961 s.l.m.), del Cotento (2015 s.l.m.) e del Viglio (2156 s.l.m.) che si ergono di fronte a noi.
Ripresa la salita per il monte Autore, dopo un primo tratto di sentiero evidente che percorre la cresta, questo termina all’incirca a 1800 s.l.m. e si procede quindi a vista fino a raggiungere la vetta (1856 s.l.m.). Da qui, in lontananza, oltre alla lunga catena dei Simbruini, si scorge nitidamente il massiccio del Gran Sasso, con la cima più alta del Corno Grande.