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sabato, giugno 30, 2007

Sentiero del Centenario al Gran Sasso

VETTA DEL PRENA

INIZIO TORRI DI CASANOVA
DA VADO DI CORNO VERSO IL BRANCASTELLO
Venerdì 29 giugno io e Paolo partiamo di buon ora da Roma e alle 6.35 dopo aver lasciato la carrozzabile per Campo Imperatore per il bivio di Sant'Egidio, ci incamminiamo lungo la mulattiera che porta a Vado di Corno. La giornata è splendida e una magica atmosfera ci avvolge nel magnifico paesaggio circostante. L'aria del mattino è fresca e frizzante e ci aiuta ad affrontare con un passo regolare la salita. La voce silenziosa della natura viene interrotta di tanto in tanto da qualche nostra breve conversazione. Lungo la cresta che ci conduce in vetta al Monte Brancastello ammiriamo la straordinaria bellezza del paesaggio che si staglia a 360° . Un breve momento di sosta per un sorso d'acqua e uno sguardo verso le Torri di Casanova, prossimo punto di arrivo. Alle nostre spalle il Corno Grande si mostra a noi con tutta la sua magnificenza. Il sole comincia a farsi sentire e con i suoi raggi ci illumina e ci riscalda. Dopo una breve discesa giungiamo al Vado di Piaverano e in breve sotto la prima Torre di Casanova. Divertendoci affrontiamo lungo scalette e funi metalliche la prima torre. L'umore ci sale e siamo felici ed entusiasti del bel percorso che via via si presenta, pur consapevoli che sarà ancora lungo e faticoso. Con sali e scendi per pendii brecciosi, raggiungiamo la Forchetta di Santa Colomba. Saliamo poi un breve camino con scaletta e dopo alcune corde fisse guadagnamo la cima di Monte Infornace. Il panorama cambia continuamente e ci mostra nuovi scorci di differenti bellezze. Dinanzi a ciò ci sentiamo molto piccoli, possiamo solo contemplare. Anche le foto che cerchiamo di catturare per immortalare questi momenti non saranno di certo in grado di mostrare ed esprimere tutto quello che vediamo, sentiamo, respiriamo. Con negli occhi impressi tutti questi attimi continuiamo il nostro cammino affrontando ptima una sella e poi lungo un ripido pendio un pò esposto raggiungiamo la cresta che in breve ci porta in cima al Monte Prenna. Guardiamo l'orologio che vediamo che sono le 11,15. A questo punto un pò di stanchezza comincia a farsi sentire. Ci consultiamo su come stiamo e valutiamo il tempo che avremmo impiegato per la discesa, ma soprattutto che non abbiamo la macchina a Fonte Vetica. Essendo per giunta venerdì avremmo trovato qualche buon anima che ci avrebbe dato un passaggio fino al punto di partenza? Fatte le varie valutazioni decidiamo di scendere e optiamo per la Via dei Laghetti che si innoltra lungo un canalone a sud. Dopo esserci sfamati e dissetati abbiamo scattato, e via lungo la discesa lungo in un ambiente selvaggio e mai banale incontrando alcuni passaggi di II e III-. Abbiamo potuto ammirare le suggestive pozze d'acqua (i laghetti). Giunti al vallone della Canala e oltrepassato il fontanile di San Lorenzo e un paio di ricoveri, abbiamo affrontato il lungo pianoro che conduce alla strada asfaltata sbucando nei pressi del bivio di Santo Stefano di Sessanio. Stanchi e accaldati abbiamo confidato nella provvidenza di qualche passante automunito per un passaggio. Le prime rare macchine, ai nostri segni autostoppistici hanno tirato dritte. Abbiamo cosi percorso circa tre chilometri prima che un generoso giovane romano si sia fermato e reso disponibile per il passaggio. Che dolce sollievo aver appoggiato i nostri fodo schiena su quei morbidi sedili rinfrescati dell'aria condizionata. Dopo un caloroso ringraziamento al nostro benefattore ci siamo velocemente cambiati e inforcata la macchina ci siamo diretti a una dei bar di Fonte Cerreto per festeggiare non solo la magnifica giornata trascorsa ma anche Paolo visto che ieri era il suo onomastico, naturalmente in conto delle fresche birre e degli stuzzichini che le accompagnavano è toccato a lui.

La fatica fatta è stata di gran lunga appagata in questo bellissimo giro.
Domenico

lunedì, giugno 18, 2007

Musica, Montagna, Mare, un tris vincente per questo wee-kend.






Sabato pomeriggio siamo partiti in sette da Roma per recarci a Fondi (LT) per assistere al concerto del Gen Rosso. Eravamo quattro ragazzi e tre ragazze, di cui tre venivano per la prima volta.
Trascorrere una serata insieme con ragazzi di età diverse, alcuni ancora liceali altri professionisti non è stato un problema. Lo spirito che anima queste uscite è quello di conoscere persone nuove amanti della montagna e di cercare con loro di costruire un rapporto di amicizia che duri nel tempo fatto di attenzione gli uni verso gli altri in un ambiente naturale.
Condividere l’alloggio per la notte, fare la spesa e cenare tutti insieme condividendo le nostre cose, parlare e scherzare, sentire il concerto e finendo il tutto gustando un buon gelato, sono stati tutti momenti per conoscerci e dare subito un buon affiatamento al gruppo.
Il giorno dopo anche se con un certo ritardo siamo arrivati a Torre Paola, punto d’incontro con tutti gli altri (più di venti persone) provenienti da Roma, da Latina, da Formia, in tutto eravamo una trentina, metà ragazze e metà ragazzi, tutti giovani con l’eccezione di Pietro avendo qualche anno in più ma non di certo come prestazione atletica. Subito i saluti e le presentazioni con tutti in modo particolare con i nuovi, circa una quindicina. Terminata l’accoglienza ci siamo incamminati lungo il sentiero. Da subito come spesso succede, si sono formati due gruppi, uno con i più spediti e uno con che vista la lunga giornata se la sono presa più comodamente. Il caldo e il percorso impegnativo si sono fatti sentire fin dall’inizio ma nessuno per questo ha mollato. Dopo il primo tratto ripido nel bosco, siamo usciti in cresta e davanti a noi si è spalancato un panorama straordinario. Dai laghi costieri fino alle isole Pontine ( Palmarola, Ponza, Zannone, Ventotene e Santo Stefano). Qui la pausa è stata obbligatoria per ammirare lo scenario e scattare alcune foto. Lungo tutta la cresta, questo ambiente di straordinaria bellezza ci ha sempre accompagnato allietando con la sua presenza le nostre fatiche. Lungo il percorso, ci siamo trovati ad affrontare dei tratti un po’ più impegnativi. Alcuni di noi non molto esperti e con qualche problema di vertigini con l’aiuto che tutti si sentono in dovere di prestare in momenti di bisogno sono riusciti a superarli. Con calma e prudenza, dopo circa tre ore di cammino anche gli ultimi sono arrivati sulla cima. Soltanto tre ragazze hanno preferito rimanere nella cosiddetta “anticipa” perché stanche e comunque appagate per aver raggiunto quel punto. Ci avrebbero aspettato li al nostro ritorno gustandosi nel frattempo il sole e il panorama. Arrivati in cima ci siamo accorti della mancanza di alcuni facenti parte del primo gruppo essi avevano già preso la via del ritorno per un altro sentiero che completa l’anello. Non hanno saputo resistere al desiderio di fare al più presto un tuffo in mare dopo tanto sole e caldo. Per cui niente foto di tutto il groppone sulla vetta. La vista dalla cima ha catturato in modo totale i nostri occhi che a 360° osservavano in tutte le direzioni. Il verde delle piante, l’azzurro del cielo, il grigio delle pareti di rocce a strapiombo sul blù del mare, il sole splendente che illuminava il tutto, ci ha dato l’impressione di essere inseriti in un bellissimo dipinto. In questa incantevole scenario abbiamo consumato con calma i nostri pranzi. Dopo esserci sufficientemente riposati, con un po’ di malincuore abbiamo dovuto lasciare la piccola oasi di paradiso per iniziare la discesa. Lungo la via del ritorno abbiamo recuperato le nostre a tre amiche sedute a gustarsi il sole. Con prudenza e cautela siamo pian piano scesi raggiungendo gli altri sulla spiaggia per goderci il meritato bagno ristoratore. Dopo esserci rinfrescati abbiamo trascorso le ultime ore della giornata prendendo l’ultimo sole, giocando a carte e conversando. È stato un bel fine settimana per tutti all’insegna dello sport e dell’amicizia. Il desiderio manifestato nei saluti finali è stato quello di poterci ritrovare tutti e con altri il mese prossimo per una nuova camminata lungo i sentieri di una montagna.

Altre foto le potete vedere cliccando a dx "Guarda tutte le foto del Blog"



domenica, giugno 10, 2007

Monte Navegna visto da Pino


Domenica 20 maggio 2007, nonostante annunci di pioggia, eccoci insieme per quella che è stata una magnifica passeggiata al Monte Navegna. La riserva naturale dei Monti Navegna e Cervia estesa per 3500 ettari e istituita con L. R: 9 settembre 1988 n° 56 nonostante quote non elevatissime ( intorno ai 1500 m) offre scorci notevoli come quello dai ruderi di Mirabella e non ha nulla da invidiare a montagne anche più alte. Sono presenti piante e sparvieri, aquila reale e coturnice ed anche il lupo è segnalato. Non li abbiamo visti (è difficile!) ma in compenso tra un’orchidea e l’altra abbiamo ammirato le fioriture del sorbo montano, del maggio ciondolo e dell’asfodelo giallo, o le foglie del veratro. Al ritorno, lungo il sentiero che chiudeva l’anello, con stupenda vista sul lago del Turano invece, ecco ginestra, ligustro e terebinto che hanno approfittato dell’esposizione favorevole. Tutto ciò mentre un’averla piccola ci è sfrecciata davanti. Insomma giro di grande soddisfazione! Allora…. Alla prossima domenica con domenico!

Ciao

Giuseppe (Pino) Piermarini

venerdì, giugno 08, 2007

DUE TAZZINE DI CAFFE'


Un giorno, un professore di filosofia, iniziò la sua lezione posando sulla cattedra un grande barattolo di vetro vuoto e, senza dire una parola, lo riempì di palline da golf. (Poi chiese agli studenti se pensavano che il barattolo fosse pieno e loro risposero di sì. Allora il professore prese una scatola di sassolini e li versò dentro al barattolo. Lo agitò leggermente e i sassolini andarono a riempire gli spazi vuoti tra le palline da golf. Poi chiese di nuovo agli studenti se il barattolo fosse pieno e tutti dissero di sì. Quindi il professore prese un sacchetto di sabbia e la versò nel barattolo. Naturalmente la sabbia riempì tutto lo spazio che restava. Chiese ancora una volta se il barattolo fosse pieno e gli studenti in coro risposero di sì. Infine il professore tirò fuori due tazzine di caffè da sotto la cattedra e ne versò il contenuto nel barattolo riempiendolo totalmente. Gli studenti risero di gusto. «Questo barattolo – disse il professore - rappresenta la vostra vita. Le palline da golf sono le cose più importanti: la fede, la famiglia, i figli, la salute, gli amici e le passioni più grandi. Se tutto il resto andasse perduto e solo queste cose rimanessero, la vostra vita continuerebbe ad essere piena. I sassolini sono le altre cose che hanno importanza come il lavoro e la casa. La sabbia rappresenta tutto il resto, le cose di poco conto. Se versate per prima la sabbia nel barattolo, non ci sarà più spazio per i sassolini e le palline da golf. Se spendete tutto il vostro tempo e le vostre energie per le cose di poco conto non avrete mai spazio per le cose più importanti. Non dimenticate quali sono le cose fondamentali per la vostra felicità. Giocate con i vostri bambini, prendetevi il tempo necessario per tenere sotto controllo la vostra salute; uscite a cena con la persona che amate. Ci sarà sempre tempo per pulire la casa o per sistemare l’antenna della TV. Abbiate cura prima di tutto delle palline da golf; stabilite le vostre priorità. Il resto è solo sabbia». Uno degli studenti alzò la mano e chiese cosa rappresentasse il caffè. Il professore rispose: «Sono contento che tu l’abbia chiesto. Vuole solo mostrare che non importa quanto piena possa sembrare la tua vita, ci sarà sempre spazio per due tazzine di caffè con un amico».

martedì, giugno 05, 2007

nordic-walking




Una nuova buona scusa per camminare.
Si chiama nordic-walking e consiste semplicemente nel camminare, e non solo, con i bastoncini. Convincerà anche i più se-dentari?
Non si vive per fare sport, ma si fa sport per vivere meglio. Camminare con i bastoncini è un’attività sportiva sana e naturale che può essere praticata ovunque, durante tutto l’anno e a tutte le età.
Si cammina da soli o in compagnia, in silenzio o chiacchierando, si può camminare per poco tempo come per giorni interi.
Una volta era uno dei pochi modi per spostarsi: si camminava da soli o in gruppo perché era appagante, per dare un senso a qualche ricorrenza, per raggiungere dei luoghi di pellegrinaggio, per smaltire qualche eccesso alimentare. Il benessere ha portato tante belle cose, ma anche tanta pigrizia. Con i suoi pessimi frutti: dall’obesità alle malattie cardiovascolari.
Oggi nel mondo milioni di persone camminano con i bastoncini, basti pensare che le vendite di bastoni in estate ha superato quelle dell’inverno». Non resta che provare.