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giovedì, marzo 01, 2007

IN MONTAGNA CON I BAMBINI





A volte è un approccio facile, altre volte più difficile. C'è chi cammina come un treno, lasciandosi i genitori a debita distanza; c'è chi si ferma a ogni passo e vive l'escursione come una sorta di penitenza. Non bisogna mai imporre ai bambini di seguirci, ma solo proporre e invogliarli. Nel portare i bambini in montagna, occorre tenere presente un fatto basilare: le loro esigenze sono radicalmente differenti da quelle degli adulti. Gli adulti vogliono raggiungere una meta ben precisa, ammirare grandi panorami, portare a termine l'escursione programmata. La fatica, i disagi e le difficoltà sono tutti fattori accettati di buon grado, perché finalizzati alla "conquista" della vetta, con la conseguente soddisfazione.
La primaria esigenza dei bambini, invece, è una sola, giocare e divertirsi. Di conseguenza, le prime passeggiate in montagna, devono essere brevi, assolutamente non faticose, e soprattutto con tante occasioni per giocare. Obbligare i bambini a scarpinare per ore e ore fino a una vetta o a un rifugio rischierebbe solo di generare un rifiuto.
I bambini si affidano totalmente ai genitori, o comunque agli adulti. I genitori devono essere in grado di ripagare una simile fiducia, infondendo la massima calma e sicurezza, sempre e in tutte le situazioni. Se il genitore iniziasse a manifestare dubbi, paure, ansie, ad esempio per aver sbagliato strada, o per il sopraggiungere della nebbia o di un temporale, il bambino se ne accorgerebbe immediatamente, e per lui sarebbe il dramma.
I bambini vogliono imitare i grandi, sentirsi autonomi. Anche in montagna, è senz'altro consigliabile cercare di responsabilizzarli: assegnare piccoli compiti, far portare il loro zainetto personale, quando possibile far guidare a loro il gruppo.
Avvicinandoli in questo modo alla montagna, probabilmente si appassionereanno come noi e forse più di noi. Potremo trasmettere loro tutta la nostra esperienza e condividerne di nuove.

4 commenti:

Sarah ha detto...

Ciao Dono,
in quello che dici rivedo me da bambina verso i miei genitori e soprattutto mio padre, del quale mi fidavo ciecamente e che, come tu dici, non si è mai fatto prendere dal panico in situazioni di emergenza in montagna...

Pensa che lui ci ha portati in vetta alla Punta Rossa della Grivola quando io avevo 6 anni e mio fratello 10.
Incoscienza? Non credo e comunque è una cosa di cui lo ringrazio: non mi sono più spinta così in alto (3600 mt)...così giovane (e in generale da quel momento fino ad ora!)

Io spero di saper trattare i miei (speriamo) figli allo stesso modo in cui mio padre fece con me e mio fratello!

A presto e grazie,

Maria Chiara

Anonimo ha detto...

Sono daccordissimo con te.I bambini in montagna danno grande soddisfazione,a volte più degli adulti che spesso si "lagnano" per la fatica.I bambini,loro,sembra che abbiano energia da vendere e tanta voglia di nuove scoperte.
Buon fine settimana...Master

bera ha detto...

Ciao, ai miei figli non sono riuscito a passare la passione della montagna (insieme ad altre passioni) perché in me è nata da poco, loro ormai sono grandi e figurati se desiderano seguire le passioni del papà! Penso che approcciarsi alla montagna già da piccoli deve essere un'esperienza meravigliosa da consigliare. In fondo andare al mare è più semplice!!

Ciao.

berardo

bera ha detto...

Ciao Dono prova ad andare a visitare un nuovo blogger della Sardegna (forse lo conosci)

http://balestri05.blogspot.com/

Ciao.

berardo