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lunedì, dicembre 22, 2008

FESTA DI NATALE AL COSTASOLE





Il Costatole oggi si è mostrato nella pienezza del nome che porta. E’ stato il luogo ideale per festeggiare il Natale ormai alle porte.

Avvolti in questa meravigliosa natura si percepiva anche dentro di noi un contatto più profondo con la nostra natura umana.

Tutto attorno esprimeva bellezza: sole, fango, animali, boschi, muschio e sconfinati orizzonti verso le catene montuose innevate più lontane, creavano un’atmosfera natalizia. La natura pareva prepararsi ad accogliere la Natività. Un clima di famiglia ci legava tutti. I nuovi (oggi sette venivano per la prima volta), si sono ben amalgamati al gruppo.

Arrivati sulla cima un’esplosione di gioia si è scatenata in ciascuno di noi quando una candida tovaglia è stata stesa  al suolo e sopra ognuno ha pensato di posarvi le prelibatezze estratte dal proprio zaino. Panettone, spumante, dolci tipici portati da varie regioni d’Italia e persino dalla Polonia, salumi e olive sott’olio. Persino un capello da Babbo Natale ha dato quel tocco di colore in più alle varie foto scattate.  Un modo un po’ originale per farci gli auguri di Natale.

Prima di scendere ho proposto a tutti di passare una volta scesi a visitare e conoscere le persone che in quel momento si trovavano alla nuova sede del Soccorso Alpino di Tivoli nei pressi di Vicovaro.

Così in ventisei ci siamo portati alla sede vivendo un bel momento con i volontari del soccorso che prestano parte del loro per aiutare escursionisti in difficoltà. Oltre a spiegarci il loro lavoro ci hanno fatto vedere una breve dimostrazione di come bisogna comportarsi per intervenire su una persona priva di sensi. Grazie per quello che fate.

Gli ultimi abbracci e auguri hanno chiuso la giornata sul Costatole.

Grazie a tutti

Domenico 

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CIMA COSTASOLE

venerdì, dicembre 12, 2008

Domenica 21 Dic. Cima Costasole (1253 m)


Domenica se il tempo è buono pensavo di proporvi questo itinerario.

Appuntamento ore 7.30 a P.zza Bologna davanti alle poste o alle 8.30 all'uscita del casello di Vicovaro-Mandela- da Roma con l'autostrada A24 Roma-L'aquila.   
Si prosegue fino al paese di Saracinesco (903 m).
Dal parcheggio, si segue la strada sterrata ben visibile, che dal paese imbocca l'evidente Valle le Prata, costituita da pascoli, tra la catena del Costasole e la costiera del M. Sainese. Superato un fontanile, si parcheggia al termine della strada ( 910 m circa )

Tempo Salita h 1.30
Tempo discesa h 1.00

martedì, dicembre 02, 2008

ALPIDIA


Alpidia: La comunità indipendente per viaggi ed eventi


Alpidia (www.alpidia.com) è una comunità indipendente rivolta a chi ama il turismo, i viaggi, le escursioni, il folclore, l'arte, la musica e abbia piacere di condividere con gli altri le proprie informazioni, le proprie scoperte, i propri itinerari... corredati di foto e di descrizioni.

Alpidia offre spunti per scegliere e organizzare viaggi e vacanze: se detesti i viaggi organizzati, dove tutto è programmato, questo è il sito adatto a te!

Qui chiunque può guardare fotografie e leggere descrizioni e commenti di gite, escursioni o eventi nelle varie parti del mondo.


La ricerca è semplice e veloce: si utilizzano le mappe di Google.

Chi visita Alpidia per la prima volta può cliccare sul Tour Guidato e farsi spiegare in un video come usare il sito.

lunedì, novembre 17, 2008

GIOIA NELLO SPORT



Ci sono tanti modi per arrivare alla autentica gioia attraverso lo sport. Dare ogni volta il meglio di sé, partecipare con gioia ponendo, come premessa, l’impegno personale. Non mollare mai, anche quando è difficile. Essere onesti con se stessi e con gli altri. Accettare una sfida, essendo tenaci nei momenti difficili,, riuscendo a vedere anche nella sconfitta una chance. Avere un atteggiamento positivo con compagni e avversari, trattando tutti con rispetto. Essere consapevoli che certi obiettivi si possono raggiungere solo insieme. Si può essere insomma davvero felici se si prova a vivere, nello sport come nella vita.

HIMALAYA A CINQUE STELLE

Foto Domenico

Dopo il turismo di massa di quanti, e sono ormai tanti, vanno a fare trekking sulle piste di avvicinamento alle più famose vette dell’Himalaya, le nevi perenni della più alta catena del pianeta subiranno forse anche l’invasione degli sciatori. Non solo piste da sci con relativi impianti di risalita, ma grandi alberghi e strutture per il divertimento di massa occuperanno gli spazi incontaminati del Kullu Manali.

Per gli ambientalisti e i puristi della montagna il progetto rappresenta un affronto. Per i nuovi ricchi dell’India un affare da 500 milioni di dollari. Per le popolazioni dell’area interessata un’occasione di riscatto dalla povertà grazie ai 3000 posti di lavoro promessi.

Ma è l’inquinamento la realtà più preoccupante legata a questo progetto. Per ora si discute e si combatte a suon di carte bollate. Ma si sa come finiscono queste battaglie. Presto i vip dei cinque continenti si daranno appuntamento su queste nevi perenni.

lunedì, novembre 10, 2008

SULLA CIMA DEL TERMINILLO

FOTO di STEG


FOTO di DOMENICO




Eravamo una quarantina domenica 9 novembre a calpestare la cima del M. Terminillo. Diversi partecipavano per la prima volta ma sembrava che fossero sempre stati con noi. Fin da subito infatti si sono inseriti nel gruppo in un rapporto di amicizia semplice e spontaneo.
La giornata era splendida con un bel sole che si divertiva a nascondersi ogni tanto dietro delle nubi e ad una leggera nebbia che saliva dal fondo valle. Arrivati in cima però si è mostrato con tutto il suo splendore illuminandoci e mettendo in rilievo i colori dell'autunno che coprivano la natura circostante. Tante volte ormai nelle nostre escursioni abbiamo potuto ammirare il ciclo delle stagioni le quali sanno rendere lo stesso paesaggio diverso ma sempre stupendo. Un dono del creato per ciascuno di noi. Le foto e i momenti di gioia condivisi una volta arrivati tutti sulla cima sono stati il "coronamento" che ognuno si è gustato per essere riuscito nell'impresa. E' stata la festa del gruppo dove ognuno ha dato qualche cosa di suo affinché tutti potessero raggiungere l'obiettivo. E questo è bellissimo. Una volta ridiscesi al Rifugio Sebastiani abbiamo condiviso ancora qualche momento insieme gustando una bevanda calda e ammirando i colori del tramonto che incorniciavano questa bellissima giornata.
Un grazie a ciascuno.
Domenico   

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lunedì, novembre 03, 2008

DOMENICA 9 NOVEMBRE M. TERMINILLO


Ciao a tutti, vi propongo per domenica 9 novembre 
la salita al M. Terminillo (2216 m)

Dal rifugio Sebastiani, per la cresta sud-est
Discesa: per la Cresta dei Sassetelli, la cresta nord-est e gli anfiteatri del versante nord-est.

Dislivello complessivo: 530 m
Tempo salita: 1.20 ore
Tempo discesa: 2.00 ore
Difficoltà: EE (escursionisti esperti)
 

Itinerario classico, panoramico che dal rifugio A. Sebastiani sale alla vetta del monte Terminillo.
Sempre scoperto, il sentiero è ben marcato e permette di vedere un vasto panorama sui vicinissimi Monti Valloni ed Elefante ma anche sulle più importanti cime dell'Appenino centrale.

OBBLIGATORI GLI SCARPONCINI
PER CHI LI HA SI PORTI I BASTONCINI
PORTARE QUALCOSA PER COPRIRSI
IL RIFUGIO E' APERTO 

COME SEMPRE SE IL TEMPO NON E' BUONO LA GITA VIENE ANNULLATA 

APPUNTAMENTO ORE 7.30 A PIAZZZA BOLOGNA DAVANTI ALLE POSTE 
OPPURE A MONTEROTONDO SCALO ALLE 8.30 DAVANTI AL GRANDE
NEGOZIO GRUPPO CLARK MOLTO EVIDENTE SULLA DX ARRIVANDO DA ROMA

PER CHI PENSA DI VENIRE E' GRADITA UNA CONFERMA

martedì, ottobre 14, 2008

ALPINISMO AL FEMMINILE

Silvia Metzeltin
La palestra King Rock di Verona
Silvia e Gino Buscaini negli anni ottanta
Disegno a matita, eseguito per Silvia da Gino dopo la ripetizione della via Carlesso nel 1962 sulla Torre Trieste
Per ricordare l'incontro

Silvia Metzeltin, alpinista e scrittrice, tenace e libera, in parete e con la penna

Silvia Metzeltin, ovvero, l’alpinismo come filo conduttore della vita, come originale chiave di lettura dell’umana avventura. Per il valore delle ascensioni compiute e per i suoi contributi culturali è considerata una personalità di primo piano nell’alpinismo femminile mondiale. Ma è la sua visione della vita, il suo sguardo critico sul mondo, che l’età ha solo in parte addolcito, a renderla persona oltremodo affascinante. Minuto e scattante il fisico, mite e penetrante lo sguardo, colta ed eclettica la cultura, ruvido e tenace il carattere, dolce e sensibile l’animo, libero e laico il pensiero. Ti fissa negli occhi e stringe forte la tua mano: e pensi agli appigli serrati da quelle dita, pensi alle corde che quelle mani hanno tirato, alle 1.300 cime da lei raggiunte, sulle Dolomiti, nel Sahara, in Iran, in Perù, nell’Himalaya, in Alaska, in Giappone, in Patagonia… E pensi a agli articoli, alle guide (da Dolomiti. Il grande libro delle vie normali a Patagonia), ai racconti (Polvere nelle scarpe), vivi e frizzanti, usciti da quelle mani, dove le montagne sono sfondo vivo ai racconti di persone che abitano terre bellissime, ma difficili e dure come quelle della Patagonia.
Silvia nasce a Lugano, si laurea in geologia all’Università di Milano, dove fa esperienza di docenza e ricerca. Ma l’amore vero è l’alpinismo: un alpinismo di ricerca, di esplorazione, creativo, sempre rispettoso della gente e dei luoghi, vissuto da sola, prima, ed in coppia, poi, con l’inseparabile marito, Gino Buscaini, scomparso 6 anni fa. Insieme scrivono pagine memorabili, in parete e sui libri.
Ma, forse, prima ancora di tutto ciò, Silvia è un modello di riferimento, una maestra per le donne che riflettono sul significato della propria esistenza, una pioniera per quelle che amano le salite, la fatica, la sfida. “Amavo la montagna più di ogni altra cosa: ho iniziato ad arrampicare, negli anni ’60, soffrendo e combattendo la discriminazione d’essere donna. Anche con atteggiamenti aggressivi: non ho mai voluto pagare alcun pedaggio ed ho portato zaini di 50 chili per non essere considerata inferiore a nessuno. Ho visto altre come me ed ho cominciato a lottare perché noi donne potessimo non solo accedere all’università o indossare i pantaloni, ma anche non subire discriminazioni in montagna. La lotta non è ancora finita: ho partecipato anche ad una spedizione di sole donne in Himalaya ed al ritorno nessuno ci ha chiesto quale cima avevamo raggiunto, ma solo se avevamo litigato o no. No, non avevamo litigato. Ma certo le aspettative fra spedizioni al maschile e al femminile sono ancora molto diverse...”
Crede vi sia un modo diverso di fare alpinismo fra uomini e donne? “No! L’alpinismo propone qualcosa di molto individuale, dove ognuno cerca di esprimere ciò che è: prima di essere maschi e femmine siamo persone. Certo, in montagna, la forte selezione porta le donne a dare il meglio di sé: per questo mi sono sempre trovata meglio con altre donne, al di là dell’alpinismo di coppia con mio marito, che con altri uomini, perché queste donne erano più selezionate per sensibilità, saggezza, maturità. La complicità che trovo ancora oggi ad andare in montagna con loro non la trovo con gli uomini.”
A fare da cornice dell’incontro con Silvia è l’inaugurazione, a Verona, di King Rock, la più grande palestra d’arrampicata sportiva in Italia, un paradiso di pareti artificiali. Lontano dalla visione poetica dell’alpinismo? “No, anzi! L’arrampicata sportiva ha aperto l’alpinismo a molte donne, riducendo il divario con gli uomini in montagna. E poi apre orizzonti nuovi ed interessanti, sul piano del gioco, del movimento, della corporeità, un’esperienza che non finisce mai, nemmeno alla mia età. Sono rimasta la bambina di allora e sono grata all’alpinismo di avermi permesso di vivere quello che volevo vivere. Con Zarathustra io dico: se questa è stata la vita, bene, riviviamola ancora una volta. L’alpinismo ci ha dato di poter vivere del bello, con molta umiltà. E molta fortuna, perché tanti di noi vi hanno lasciato la vita.”
La montagna è ancora fucina di valori? “Sì, amicizia e solidarietà. Noi alpinisti classici siamo riusciti a conciliare la nostra libertà individuale, e noi siamo tutti molto egocentrici, con la solidarietà. Il rapporto di amicizia e di responsabilità per il compagno è fondamentale: andando in giro con un'altra ragazza (così definisce una coetanea… n.d.r.) mi sento responsabile della sua felicità, della sua realizzazione, prima ancora che della sua vita. Questo è possibile se andiamo per libera scelta: l’avvento delle sponsorizzazione obbliga a realizzare un’impresa, a tutti i costi, e genera cose vergognose, come lasciare solo, in parete, un proprio compagno.”
Dalla passione per la montagna ad una profonda riflessione culturale: come è avvenuto? “L’alpinismo è passione di una vita intera. Allargare gli orizzonti è una maturazione che io e Gino abbiamo vissuto frequentando, con 23 spedizioni, la Patagonia. Siamo passati dall’apprezzamento per quelle montagne magnifiche ad altri aspetti: il primo viaggio in nave, insieme con gli emigranti; le difficili condizioni di vita di quella gente; l’ipocrisia di vivere noi la massima nostra libertà in un paese schiacciato dalla dittatura... Ci siamo aperti ad un altro mondo: lì il nostro alpinismo ha preso un altro significato.”

Paolo Crepaz

lunedì, settembre 29, 2008

E’ ANDATA!!!!!






Inizio raccontandovi un piccolo gesto che per me ha dato il LA alla giornata. Ore 7 P.zza Bologna luogo per la partenza. Dal lato opposto della strada in cui mi trovo vedo venirmi incontro con il suo sorriso a 360° Maria Mazza, una ragazza del nostro gruppo. In mano porta un pacco. Raggiuntomi mi dice: "questo è per voi per augurarvi una buona escursione e una buona domenica". Dentro c'è una torta mi dice che io stessa ho fatto per essere in qualche modo con voi oggi visto che non posso venire per motivi di lavoro. Questo atto mi ha molto toccato, non è da tutti alzarsi presto pur sapendo di non poter venire ma soltanto per essere presente con noi in qualche modo e poter così vivere con noi anche se a distanza la giornata. 

Grazie Maria  

L’attesa escursione sul M. Velino si è realizzata con successo. Partiti in 21 (forse 8 le persone nuove) alle 8, 50 da Santa Maria in Valle Porcaneta,  dopo 4h 1/2 siamo giunti in 19 sulla fredda cima del Velino (peso che il termometro segnasse qualche grado sotto lo zero). Il percorso è stato compiuto cadenzando  un passo relegare e ad un ritmo adatto a tutti. Nelle soste oltre a rifocillarsi e riprendere  energie sono servite per ammirare e fotografare il paesaggio che nei brevi momenti  di schiarita che la nebbia salendo lentamente  dalla Piana del Fucino ci concedeva.  Giunti alla Capanna Sevice un po’ di stanchezza cominciavano  a farsi sentire. Qui due del gruppo hanno preferito fermarsi. Con gli altri ci siamo incamminati sempre lungo il sentiero n° 3 verso la cima. Brevi tratti ripidi che si susseguono prima di giungere in vetta, hanno prosciugato le ultime riserve d'energia rimaste. Una volta in cima ho desiderato complimentarmi con ciascuno per la riuscita e per non aver mollato nei momenti critici. Parlando si costatava come insieme è molto più facile non arrendersi, e farsi trasportare dalla solidarietà e dallo spirito di gruppo. Si riesce a trovare dentro di noi ancora alcune risorse ormai date per finite e invece riaffiorano e ci aiutano a darci quel guizzo in più per lo sprint finale. E’ stata una bella salita, impegnativa  e per molti un traguardo raggiunto.  Sono state messe alla prova le capacità di ciascuno e sperimentare nello stesso tempo la gioia per essere riusciti a superarle.

UN APPLAUSO A CISCUNO E’ PIU’ CHE MERITATO

Grazie Domenico



E' ANDATA!!!




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venerdì, settembre 12, 2008

O LA VA O LA SPACCA SUL M. VELINO

Ripropongo per tutti quelli che nel precedente post hanno aderito alla salita sul Velino di provarci domenica 28 settembre, questa volta il tempo sembra mantenersi buono.
Rileggete con attenzione il post sotto per le varie indicazioni e suggerimenti.
Ciao Domenico

P.S. anche altri che si vogliono aggiugersi sono i benvenuti. Non sottovalutate l'impegno richiesto e l'attrezzatura.

venerdì, settembre 05, 2008

DOMENICA 28 SETTEMBRE M. VELINO (2486 M)



Nelle ultime nostre uscite alcuni di voi hanno manifestato il desiderio di salire sul Monte Velino (almeno provarci). Ho pensato per ciò di dedicare questa domenica all'ardita impresa.
In caso di brutto tempo non si fa e potrei riproporla ad ottobre e non oltre.
E' sicuramente un'escursione impegnativa con un dislivello di (1120 m) partendo poco dopo il paese di Rusciolo nei pressi di S. Maria in Valle Porclaneta a (1010 m) fino alla capanna di Sevice (2119 m), prima tappa del percorso e anche un punto di arrivo a seconda delle condizioni fisiche di ciascuno.
Fino a qui 3 ore di salita ed 2.15 ore di discesa.
Per la cima del Velino ci sono ancora 380 m di dislivello per un tempo di salita di 1.15 ore 1 h di discesa fino alla capanna.
Tempo complessivo da dove si lasciano le macchine:
Salita 4.15 ore
Discesa 3.30 ore
Dislivello totale 1500 m
Il percorso è suggestivo e selvaggio, e tutto esposto al sole.
Portare almeno 1,5 - 2 litri di acqua perché non so se alla Fontana Sevice (1975 m) che si incontra poco prima di arrivare alla capanna ci sia acqua.
Sulla cima del Velino a volte la temperatura è più bassa e magari può tirare un pò di vento, portatevi qualcosa per coprirvi.
Obbligatori gli scarponi, non venite con le scarpe da ginnastica.
Questa volta per la lunghezza del percorso devo anticipare l'appuntamento alle ore 7 a P.zza Bologna davanti al solito palazzo delle poste.
Chi volesse andare all'uscita del casello autostradale Magliano de' Marsi l'appuntamento è per le 8.15 (autostrada Roma L'Aquila e al bivio del Turano prendere per Pescara e il casello è il primo che si incontra).
Mi rendo conto che questa volta la proposta sia un pò selettiva, ma vorrei accontentare, se verranno, quelli che me l'hanno chiesto.

PER CHI PENSA DI VENIRE GRADIREI SE POSSIBILE UNA VOSTRA CONFERMA GRAZIE

mercoledì, agosto 27, 2008

Sotto l'Aletschgletscher

E' stata un'esperienza unica quella di entrare tra le viscere di questo immenso ghiacciaio e sentirsi avvolti da tonnellate di acqua solida dai colori azzurro smeraldo.
Un vero capolavoro della natura.



Nel ventre del ghiacciaio


Diverse decine di metri sotto la superficie del ghiacciaio, la luce che filtra da un crepaccio evidenzia nell’immensa caverna colori e forme surreali. Siamo nel cuore dell’Aletsch, il più esteso ghiacciaio alpino (120 chilometri quadri di superficie), nel bacino che si forma alla base delle maggiori cime dell’Oberland bernese. L’altopiano, che raccoglie le tre immense colate lunghe rispettivamente 9, 8 e 7 chilometri, si allarga per 5 chilometri e lo spessore del ghiaccio è stimato qui in 1500 metri. La lingua del ghiacciaio unificato prosegue ancora verso valle fino a raggiungere in totale 23,6 chilometri, purtroppo destinati a ridursi a causa del riscaldamento globale.

All’inizio di un “anno sociale” che si annuncia impegnativo, guardare la grandezza della natura e la sua straordinaria bellezza può ispirare un cammino, appunto, grande e bello.

lunedì, agosto 25, 2008

LE STRAORDINARIE ALPI DAL VALLESE ALL'OBERLAND





Sei affiatati compagni immersi in queste maestosità.
Un grazie a Donato (Italia), Sigi (Germania), Giuliano (Italia), Sandro (Germania), Bernard (Francia) per aver vissuto con me momenti indimenticabili.
Domenico
Aletschgletster
Ar-pitettaz
Bishorn
Ober Gabelhorn
Lagginhorn