Ho letto tutti i libri di Mario Rigoni Stern e in ognuno ho trovato poesia e serenità.
I suoi libri fanno sognare. Le sue descrizioni delle montagne, stagioni, colori, ti riportano, anche se sei in una città a respirare l'aria dei luoghi descritti.
Adoro i suoi racconti ed il suo modo delicato di raccontare la montagna, i boschi ed i suoi abitatori (montanari, animali, alberi,...). In quello che Rigoni Stern scrive c’è sempre una lezione. Si trova un vero e proprio vademe-cum per l’uomo che desideri andare in montagna e incontrare la natura, assimilandone gli insegnamenti senza violentarla. Un mondo che l’autore descrive con una impressionante precisione. Un mondo, ancora, che si regge su un equilibrio che non abbiamo deciso noi, ma che noi posiamo compromettere e che perciò dobbiamo imparare a conoscere e rispettare.
Anche l’ultimo libro scritto Stagioni (Ed. Einaudi 2006) alla veneranda età di 85 anni, non lo smentisce, anzi ancor di più con la sua sensibilità ci invita a riappropiarci di una dimensione essenziale della vita moderna. Tre sono i filoni narrativi, la botanica, la fauna; la memoria dei tempi della guerra, della campagna di Russia e della drammatica esperienza nel lager.
Considero Rigoni uno dei più grandi scrittori italiani viventi. Ha un legame con la sua terra straordinario, ti fa capire che le cose semplici sono le più forti. Forse l'epressione più precisa l'ha detta lui stesso su di sé: "Non sono uno scrittore di montagna, sono un montanaro scrittore".
Bibliografia
_ Il sergente nella neve (1953)
_ Il bosco degli urogalli (1962)
_ Quota Albania (1971)
_ Ritorno sul Don (1973)
_ Storia di Tönle (1978)
_ Uomini, boschi e api (1980)
_ L'anno della vittoria (1985)
_ Amore di confine (1986)
_ Arboreto selvatico (1991)
_ Le stagioni di Giacomo (1995)
_ Sentieri sotto la neve (1998)
_ Inverni lontani (1999)
_ Tra due guerre e altre storie (2000)
_ L'ultima partita a carte (2002)
_ Stagioni (2006)
I suoi libri fanno sognare. Le sue descrizioni delle montagne, stagioni, colori, ti riportano, anche se sei in una città a respirare l'aria dei luoghi descritti.
Adoro i suoi racconti ed il suo modo delicato di raccontare la montagna, i boschi ed i suoi abitatori (montanari, animali, alberi,...). In quello che Rigoni Stern scrive c’è sempre una lezione. Si trova un vero e proprio vademe-cum per l’uomo che desideri andare in montagna e incontrare la natura, assimilandone gli insegnamenti senza violentarla. Un mondo che l’autore descrive con una impressionante precisione. Un mondo, ancora, che si regge su un equilibrio che non abbiamo deciso noi, ma che noi posiamo compromettere e che perciò dobbiamo imparare a conoscere e rispettare.
Anche l’ultimo libro scritto Stagioni (Ed. Einaudi 2006) alla veneranda età di 85 anni, non lo smentisce, anzi ancor di più con la sua sensibilità ci invita a riappropiarci di una dimensione essenziale della vita moderna. Tre sono i filoni narrativi, la botanica, la fauna; la memoria dei tempi della guerra, della campagna di Russia e della drammatica esperienza nel lager.
Considero Rigoni uno dei più grandi scrittori italiani viventi. Ha un legame con la sua terra straordinario, ti fa capire che le cose semplici sono le più forti. Forse l'epressione più precisa l'ha detta lui stesso su di sé: "Non sono uno scrittore di montagna, sono un montanaro scrittore".
Bibliografia
_ Il sergente nella neve (1953)
_ Il bosco degli urogalli (1962)
_ Quota Albania (1971)
_ Ritorno sul Don (1973)
_ Storia di Tönle (1978)
_ Uomini, boschi e api (1980)
_ L'anno della vittoria (1985)
_ Amore di confine (1986)
_ Arboreto selvatico (1991)
_ Le stagioni di Giacomo (1995)
_ Sentieri sotto la neve (1998)
_ Inverni lontani (1999)
_ Tra due guerre e altre storie (2000)
_ L'ultima partita a carte (2002)
_ Stagioni (2006)