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lunedì, giugno 19, 2006

Sprone Maraoni


Escursione: Sprone Maraoni.

Domenica con Domenico,3


Questa mattina siamo in pochi, io da solo e 4 dalle grande Roma, solo in 5!

Lo spirito è forte ma…..il sonno è tanto!

Però mica ci lasciamo scoraggiare, anche se pochi la gioia di salire insieme verso la metà c’è in ognuno!

L’appuntamento con il gruppo, proveniente da Roma, è all’uscita del casello di Colleferro della A1.

Pochi saluti perché è gia tardi (qualcuno ha dormito un pochino di più…so ragazzi!) e poi via verso Gorga!

La tradizione di prendere un caffé, insieme, non è stata ancora ben messa a punto come con il gruppo il Ginepro, è lasciata alla casualità ed all’iniziativa di qualcuno coraggioso ma…si migliorerà! (so ragazzi!)

Mentre siamo in viaggio arriva la telefonata: altri due ragazzi (due fidanzatini) non avendoci trovati all’appuntamento al casello (siamo partiti qualche minuto prima pensando che non venisse più nessuno) hanno telefonato dicendo che anche loro desideravano venire…benedetti stì telefonini!

Ci fermiamo ad aspettare, felici per la crescita del numero, proprio all’ingresso di Gorga.

Con i più coraggiosi, quasi tutti ad eccezione di Dono che si è sacrificato per aspettare sulla strada, andiamo nel piccolissimo bar di questo paesino: niente cornetti freschi ed un caffé di qualità discutibile. Però quello “passava il convento”! Comunque la fame di qualcuno ed il tanto sonno fanno superare anche la qualità scadente del caffé e della merendina confezionata.

Ritorniamo indietro giusto il tempo per assistere all’arrivo dei due altri nostri prodi giovani! Dono fa le presentazioni velocemente e ci rimettiamo in macchina per arrivare all’inizio del sentiero.

Finalmente, ad un’ora impensabile per dei montanari, le 10, iniziamo l’escursione!

Ci incamminiamo e quasi subito lasciamo la strada sterrata per prendere il sentiero che inizia a to a salire con una pendenza interessante.

L’andatura che impone il capo fila, Dono, è sostenuta ma, oggi, so tutti forti e seguono con scioltezza, a parte qualcuno!!

Si passa all’interno di una bellissima faggeta, il canto degli uccellini ci accompagna. Il silenzio è rotto solo dal rumore dei nostri passi, si parla poco per risparmiare il fiato.

Dopo un po’ di cammino ci accorgiamo che in alcuni punti il sentiero non è segnato molto bene e ci si deve fermare (meno male) per capire bene dove andare. La nostra guida, con l’occhio attento ed esperto, riesce ad individuare anche segni del sentiero molto vecchi e quasi invisibili.

Dopo un’ora di salita ci fermiamo in una radura, al sole che è molto gradevole dopo essere passati all’ombra dei grossi faggi.

Proviamo a ripartire poco dopo ma, ancora indecisione per mancanza di segni del sentiero. Dono va avanti in avanscoperta per cercare di capire quale è la via giusta (in montagna ci si può perdere con una facilità incredibile). Dopo un po’ ritorna e ci indica il sentiero che prosegue sino ad un bivio, dove si va? Come capita spesso nella vita bisogna scegliere ed andare da una parte pronti a tornare indietro qualora si capisce si aver sbagliato. Per nostra fortuna la scelta fatta era quella giusta e si prosegue tra faggi e radure molto belle con l’erba verde e fiorellini gialli!

Ancora un bivio dove però sono indicati il numero del sentiero 17° a destra e sentiero 20 a sinistra. Noi prendiamo decisamente il 20 a sinistra in linea con la svolta politica dell’italia!

Rientriamo nel bosco con altri faggi però questa volta molto alti, bellissimi e maestosi. Facciamo l’incontro con delle persone che a cavallo di muli (ci dicono che stanno facendo un lavoro per allestire un rifugio più avanti) stanno riscendendo. Chiediamo spiegazioni sul sentiero e ci dicono che manca poco per lo Sprone. Sono più di due ore che camminiamo e qualcuno inizia ad accusare qualche sintomo di stanchezza (so ragazzi!).

Sentire che manca poco ridona nuove energie e si riparte, qualche piccolo sentimento di invidia peso che l’abbiamo avuto: loro a cavallo dei muli, noi a piedi a faticare: Così è anche la vita!

Camminiamo per un altro tratto ed ecco che intravediamo lo Sprone. Presi dall’entusiasmo iniziamo a scendere sul primo segno di sentiero che intravediamo su un albero. Il sentiero scende rapidamente, dopo poco ci rendiamo conto che non può essere quello perché ci allontana dallo spore che vediamo alla nostra sinistra. Risaliamo e facendo attenzione scorgiamo un altro piccolo e scolorito segno di sentiero, nella direzione che ci sembra più giusta. La montagna continuamente presenta metafore di vita concreta: abbiamo sbagliato, torniamo su nostri passi e riprendiamo il cammino senza stare a pensare troppo all’errore!

Lo sprone orami lo vediamo in alto e non possiamo più sbagliare. Passiamo in una piccola radura dove da un lato sotto gli alberi c’è una piccola costruzione con un cartello:” Hotel Pinguino”! Ci viene da sorridere pensando sia all’hotel, che al pinguino. Vicino a questa costruzione un gruppo di persone vicino ad un fuoco che preparavano da mangiare, scambiamo qualche battuta e sferriamo l’attacco ( si fa per dire) alla ripida parete che ci separa dalla cima dello Sprone.

Il più giovane Andrea (16 anni, beato lui) avanza con una rapidità impressionante, chi glie la fa a stargli dietro? Ci provo ma arrivo in cima con la lingua fuori!

Finalmente alle 12,45 siamo in vetta!

Sulla sommità una bellissima croce che domina la veduta di una vallata immensa e bellissima. Solo un po’ di foschia rende lo spettacolo meno entusiasmante di quello che appare.

Finalmente un po’ di riposo dopo lo sforzo finale.

La foto di rito con l’autoscatto sotto la croce e, finalmente, si può mangiare.

I menu, come al solito, variano a seconda dell’età e delle caratteristiche di ognuno ma tutti sono ben presi da questa interessante operazione che consideriamo come un premio per la fatica fatta.

Quando si arriva su una vetta ci si sente subito appagati, ci si rilassa con la consapevolezza di avercela fatta, tutto il resto, stanchezza compresa, diventa relativa!

Il sole fa qualche piccola apparizione dietro a delle nuvole che a volte sembrano minacciose ma che poi non danno seguito alle minacce!


Si riparte poco dopo circa un’ora per cercare di non fare molto tardi.

Noto che ogni volta che si ridiscende si è più silenziosi, un po’ la stanchezza un po’ quella sorta di appagamento per essere arrivati in vetta di cui ho detto sopra.

Si ridiscende un tratto e poi ci aspetta una bella salita perché arrivando era una discesa! Quando si ridiscende trovare una salita non è piacevole ma in silenzio l’affrontiamo senza protestare. Una volta sopra inizia la vera discesa, e tutto diventa più facile. Decidiamo di non ritornare per il sentiero fatto ma di proseguire per la strada sterrata che passa per il fontanile che salendo abbiamo saltato e che dovrebbe riportarci, per altra via dove abbiamo lasciato le macchine.

La discesa è agevole ed io (il più vecchio ) e d Andrea (il più giovane) proviamo ad allungare il passo e distacchiamo tutti; poi però più avanti ad un bivio aspettiamo tutto il gruppetto e riscendiamo insieme. Al fontanile, con acqua fresca ci dissetiamo, ma neanche tanto perché non è stata una giornata particolarmente calda. Facciamo l’ultimo tratto sino alle macchine scaldati dal sole e dal sentimento di amicizia che si è creato tra tutti.

Ripartiamo dopo aver fissato di fermarci al primo bar per una bevuta, tutti insieme, prima di ridividerci per tornare in posti diversi.

Anche oggi, nella semplicità del rapporto tra tutti, la bellezza della natura abbiamo vissuto una bellissima domenica con il “grande” Domenico!

Alla prossima!

berardo

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